Un progetto realizzato (purtroppo) che reputo uno dei peggiori esempi di land art che siano mai stati realizzati è il cretto di Gibellina , realizzato sulle macerie dell’omonimo paese distrutto interamente dal terremoto del Belice (14 gen 1968) nel 1984 per commemorare la tragedia. Si presenta come un'immensa superficie ondulata, spaccata da profonde crepe e fenditure. E' formato da grandi blocchi di cemento, grosso modo quadrangolari, separati tra loro da profondi solchi. I blocchi misurano 10-20 metri di lato e sono alti circa 1,60 metri. I solchi misurano in larghezza circa 2-3 metri, e sono percorribili a piedi.
Il tracciato dei blocchi e delle fenditure ricalca sostanzialmente l'antico impianto viario, con i suoi isolati e le sue stradette: infatti i blocchi di cemento ricoprono le macerie degli edifici distrutti.
Il tracciato dei blocchi e delle fenditure ricalca sostanzialmente l'antico impianto viario, con i suoi isolati e le sue stradette: infatti i blocchi di cemento ricoprono le macerie degli edifici distrutti.
Oggi “l’opera” essendo di grandi dimensioni ( circa 300x400 metri) e perciò priva di qualsiasi protezione dalle intemperie si sta degradando e necessita di un restauro. È il caso? Al posto di questa colata di cemento (perché altro non è) non si potevano lasciare le macerie e costruirvi intorno un parco naturale che le contenga così come sono?